L’ imperatore si innamora del canto meraviglioso di un usignolo e lo costringe
a rimanere con lui privandolo della sua libertà. Tempo dopo riceve in dono un
usignolo meccanico tutto costellato di pietre preziose e capace di cantare più
volte la stessa melodia. Approfittando della distrazione di tutta la corte ormai
in visibilio per l’usignolo meccanico, il piccolo usignolo vola via provocando
l’ira dell’imperatore che decide così di bandirlo da tutto il suo impero affidando
all’usignolo meccanico il compito di allietarlo. Passa così il tempo, l’usignolo
meccanico si rompe e l’imperatore si ammala di solitudine. Sarà proprio il
piccolo usignolo che, saputo delle condizioni dell’imperatore, torna a palazzo
a cantare per lui, e lo guarisce.
Fondamentale in questo spettacolo la parola dell’attrice (e narratrice) che utilizza
figure e oggetti con la tecnica del teatro di figura. La musica viene utilizzata
anch’essa come elemento narrante.